sabato 20 febbraio 2010

COME FAR SPARIRE LE NOSTRE TRACCE


Con la piena volontà di mantenere attivo anche in futuro questo mio blog che ormai sento un pò come il prolungamento della mia zucca vuota, ho trovato questo interessante articolo sulla possibilità di "ripulire" i nostri file e, come dice Paolo Ottolina, visto che Internet è come il maiale e non si butta via niente, ripubblico qui il suo pezzo pubblicato sul Corriere.

Nel mondo reale, sparire non è così difficile. Per lo meno se «Chi l’ha visto?» non si mette di mezzo. Ma cancellare tutte le tracce della nostra vita digitale diventa sempre più complicato. Tra computer, telefonini, email, social network, forum e blog far piazza pulita del mosaico di bit è un’impresa.

Quando si parla di dati memorizzati su pc, una pulizia accurata è possibile. L’importante è seguire qualche avvertenza. Non basta buttare i file nel cestino e svuotarlo. Diversi casi di cronaca recente (da Parmalat al giallo di Garlasco) hanno dimostrato che è possibile ricostruire i contenuti rimossi dal disco fisso. «Quando si svuota il cestino sul pc, i documenti non sono davvero cancellati – spiega Paolo Salin, manager di Kroll Ontrack, azienda leader nel recupero di file danneggiati - Restano accessibili finché non sono sovrascritti». Esistono programmi, anche gratuiti, che permettono il recupero di questi dati. E neppure un intervento più radicale, come la formattazione del sistema, ci mette del tutto al riparo da sorprese.

Il consiglio è allora di ricorrere a un programma specifico di “Wiping” (pulizia) o “Shredding” (“fare a pezzetti”) del disco fisso. Quelli più sofisticati rendono del tutto irrecuperabili i dati, senza danneggiare l’hard disk.
Per i più paranoici l’alternativa è la distruzione fisica del supporto di memoria. Su Internet i consigli abbondano: si va dall’acido muriatico, all’uso di campi magnetici, al forno a microonde (pare ottimo per i cd-rom), fino al più classico “sega elettrica e martello”. «Ma in quest’ultimo caso sinceratevi di ridurlo in pezzetti davvero piccoli, perché se no possiamo recuperarlo», chiosa Paolo Salin che ricorda come furono ricostruiti gli hard disk dello Shuttle Columbia esploso nel 2003. Il discorso è più o meno analogo per i cellulari. Anche qui esistono efficaci software di pulizia.

La faccenda si fa più complessa quando si passa ai dati sul web. Soprattutto se - tra Facebook, MySpace, Twitter e blog - la nostra identità digitale è aggiornata con continuità. Oggi i “cacciatori di teste” esaminano i candidati cercando anche sui social network. Per evitare affannose corse a cancellare vecchi video in cui si fumano sostanze proibite o si tracanna whisky, è meglio tenere presente la posizione del Ceo di Google, Eric Schmidt: «Se c’è qualcosa che vuoi nascondere agli altri, allora non dovresti fare del tutto quella cosa». È la privacy versione XXI secolo.

Il professor Antonio Pizzetti, presidente dell’autorità Garante per la privacy, mette l’accento sull’informazione personale: “I cittadini devono imparare a distinguere tra comunità chiuse, in cui si fa solo “comunicazione”, e pagine web aperte, in cui si applica il codice della privacy. Tenendolo presente si eviterebbero il 90% dei comportamenti illegittimi”.

Le informative dei siti sui personali, aggiunge Pizzetti «non sono ancora adeguate. Abbiamo chiesto un metodo a pop-up del testo, tipo pubblicità, e uno sportello reclami più visibile». La posizione di Google è chiara:«Offriamo agli utenti una reale scelta in merito alla gestione dei loro dati, attraverso strumenti quali la Privacy Dashboard (www.google.com/dashboard), un pannello di controllo dal quale chiunque può controllare e gestire le informazioni del suo account Google», dice la portavoce dell’azienda per l’Italia, Simona Panseri.

Sia Google che Facebook offrono una pagina in cui è possibile cancellare il proprio profilo, rendendo inaccessibili i file su di esso memorizzati. Chi teme di dimenticare in giro per la rete qualche file importante, può rivolgersi a un’azienda specializzata nel ripulire la reputazione online. Ne esistono diverse, da ReputationDefender.com a TigerTwo.co.uk, solo per citarne un paio. Si parte da una decina di euro al mese.

5 commenti:

  1. Discorso a cui sono sensibilissima. Mi piace molto questo: "è meglio tenere presente la posizione del Ceo di Google, Eric Schmidt: «Se c’è qualcosa che vuoi nascondere agli altri, allora non dovresti fare del tutto quella cosa». È la privacy versione XXI secolo".

    Il problema e la paura nascono dall'idea che potresti non accorgerti di fare qualcosa che potrebbe avere effetti negativi e quindi non ci pensi...

    P.S. ieri ho utilizzato con efficacia google maps: ricordi mi chiedevo a che servissero le foto altezza terreno? non avendo il navigatore e dovendo raggiungere per la prima volta l'università in macchina causa esame e concomitante sciopero dei treni, ho visualizzato il percorso memorizzando anche alcuni punti di riferimento (benzinaio, palazzo color...)in corrispondenza delle strade dove svoltare. Tutto bene: sono arrivata davanti all'università! (meno bene per lo smog, che nel mio piccolo ho contribuito a aumentare). il problema è nato al ritorno : non essendo aggiornato non mi segnalava un divieto di transito che mi ha impedito di rifare la stessa strada. Ringraziando mio padre che mi ha trasmesso il suo grande senso dell'orientamento son rientrata a casa nonostante la pioggia e il traffico impazzito di Milano alle 18 in una giornata di scipero.

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  2. Bravissima, se fosse successo a me di muovermi in macchina da Milano a Firenze, sarei finita a Napoli. Il mio senso dell'orientamento è pessimo e riesco a perdermi anche in casa mia :-)
    Mi sono sempre chiesta da cosa sia causata la mia mancanza di senso di orientamento, ma non ho mai approfondito la questione. Vado a frugare in rete.

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  3. Scusami....dimenticavo che tu hai dato l'esame a Milano. Io mi sarei persa lo stesso.
    Continuo la mia indagine!!!

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  4. Eccomi!!!
    Ho fatto una piccola ricerca in Google:devo dire che non c'è molto che ritenga pertinente. C'è abbastanza "rumore" sull'oggetto della mia ricerca. Però ho trovato due articoli che chiariscono un pò le idee: l'uno più scientifico, l'altro più pratico e commerciale.
    Buona lettura!!
    http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Come_emerge_il_senso_di_orientamento/1311987
    http://www.newsfood.com/q/52361/gli_italiani_pensano_di_avere_un_buon_senso_di_orientamento_13_crede_che_sia_un_dono_di_dio/

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  5. Che antipatici quelli che si divertono a dare indicazioni sbagliate! quanto è lontano dal mio modo di fare!

    "Lo scarso senso dell’orientamento si ripercuote anche sulla vita privata: un brasiliano su dieci manca a un appuntamento galante perché si smarrisce lungo la strada". Mio marito senza bisogno di perdersi non si è presentato al primo appuntamento!

    io penso che sia un fatto genetico, una certa attitudine a immaginarsi mentalmente dove si vuole andare e in quale direzione si trova questo posto. Ho un padre perfetto in questo e una mamma negata (dice che è perchè è una mancina corretta con i sistemi in voga un tempo).
    In realtà con la tecnologia che aiuta sempre più in questo, l'importante e il difficile non è sapersi orientare bene fisicmente, ma orientare la propria vita nella direzione migliore.

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