sabato 30 gennaio 2010

De Kerckhove

Ho rubato questo video, dopo averlo visto sul blog di Simonetta, perchè la visione ha "scatenato" in me molte domande che ho scritto in un commento al post, ma che ripropongo anche qui.
"Questo video ha trattato molti argomenti, che senza dubbio avrebbero avuto bisogno di maggiore tempo a disposizione, ma gli spunti di riflessione sono stati tanti:
1)il controllo della notizia
2) la possibilità di utilizzo libero o meno di Internet
3)la censura: rispetto delle culture altre o uniformarsi alla globalità?
4)fiducia nei confronti della notizia in rete o pertinenza dell'informazione?
5)rete= bisogno di relazione?
6)Facebook= controllodell'immagine di sè che si vuole dare? AVATAR
7)pensiero ipertestuale, non più lineare, ma globale!
8)il blog funziona se dici cose che la gente vuole sentire: posti ciò che si pensa veramente o ciò che credi gli altri vogliano sentire? Bisogno di consenso?
9)Realtà 3D: Rinascimento(la prospettiva vista dall'occhio esterno), rete: bisogno di vivere la prospettiva dall'interno?
Quante domande!!"



Buona visione!!

sabato 23 gennaio 2010

Ingegnere Microsoft a 9 anni


Informatica: bambino-genio, a 9 anni ingegnere Microsoft (ANSA) - SKOPJE, 21 GEN - Un bambino-genio macedone di 9 anni e' divenuto il piu' giovane ingegnere in Microsoft System al mondo. Il bambino e' riuscito a superare tutti gli esami richiesti, anche l'ultima prova di esame in Slovenia, dove sta trattando per un progetto di lezioni in formato Full HD. Il giovanissimo genio dell'informatica lavora da un anno circa a tale progetto, che prevede una produzione in inglese e ad uso degli studenti interessati in tutto il mondo.


COSA NE PENSATE?

giovedì 21 gennaio 2010

L'ho ricevuto da un'amica in rinascita e la dedico, di vero cuore, a tutte le donne in rinascita.


sabato 16 gennaio 2010

Pericolo privacy sul Web, dei super "cookies" nascosti spiano gli utenti



Un articolo trovato su www.wired.it a dir poco "rassicurante" per personcine come me che sono spaventate dalla rete. Ci sono però dei buoni consigli per cercare di tutelare la ns. privacy.

"Vi è mai capitato di pensare che qualche sito era meglio navigarlo in sessione privata? Se la risposta è si, leggete attentamente ciò che segue, perché avete decisamente lasciato molte più tracce di quante ne eravate disposti a considerare.

Le sessioni di navigazione privata impediscono ai siti che cliccate di lasciare informazioni nella cronologia e nelle cartelle di file temporanei e cookies. In locale. Ma ci sono altri elementi, più subdoli, nascosti, ben organizzati, che registrano ogni vostra mossa online senza dire una parola. Sono i Flash cookies: prendono nota di ogni movimento o preferenza, anche quando la navigazione è in incognito e sono cross-browser. Quindi sulla cronologia di Explorer vi troverete anche i siti aperti con Opera, Firefox, Safari, Chrome... Più che cookies sono local shared objects, e sono stati programmati per essere più resistenti e più capienti dei semplici cookies. Ogni elemento può accumulare fino a 100.000 diverse informazioni, 25 volte di più di quante ne possa acquisire un cookie del browser.

Comunemente, queste informazioni servono a stabilire se un utente abbia mai visitato un determinato sito, utilizzando questo dato per recuperare più in fretta gli elementi della pagina, caricando solo quelli nuovi, ma sono applicazioni comuni - e comode, ammettiamolo, anche la memorizzazione del nome utente usato per un'autenticazione e il salvataggio delle impostazioni di personalizzazione di un sito o del livello raggiunto in un gioco online.

Secondo un recente studio dei ricercatori della Berkeley University of California, più della metà dei siti utilizza plug-in Flash per registrare gli utenti e qualche informazione su di loro, ma pochissimi parlano di Flash cookies nella pagina della policy sulla privacy. A differenza dei cookies tradizionali, i Flash cookies sono praticamente sconosciuti agli utenti e le loro attività non sono soggette alle restrizioni che si possono impostare dal menu di un browser. Questo significa che anche quando si pensa di aver ripulito il proprio computer dagli elementi traccianti, in realtà è quasi sicuro che non sia così.

Ma c'è di peggio. Secondo la ricerca, utilizzando i dati acquisiti da Flash come backup si possono resuscitare i cookies, anche quando l'utente li ha cancellati dal proprio computer. "Il punto non è regolamentare l'uso dei cookies", sottolinea Ashkan Soltani, studente della Berkeley che ha partecipato alla ricerca. "Se gli utenti non vogliono essere tracciati, allora va regolamentata la possibilità di essere tracciati, non gli strumenti che si usano per registrare i comportamenti online".

Chiedete a chi gestisce un sito e vi dirà che ama avere accesso ai dati degli utenti che gli hanno fatto visita, in modo da poter dimostrare agli inserzionisti quante volte sono stati visti i loro banner e - molto importante - da quanti utenti unici. Senza contare che, analizzando i comportamenti online degli utenti, si possono individuare categorie precise per programmare campagne mirate.
E chi non ha Flash sul proprio computer? Nel 98% dei casi c'è e, in passato, è stato anche uno dei fattori chiave dell'esplosione del video online, potenziando i player di siti come YouTube e Hulu. Motivo in più per averlo.

Tutti i browser ormai permettono di attivare la navigazione privata e decidere quanti e quali dati registrare sul proprio computer. Ma i Flash cookies funzionano in modo differente: innanzitutto sono accumulati tramite una pagina del sito di Adobe (fate una prova: troverete cronologia e dimensione dei file temporanei delle vostre passeggiate in rete) e poi sono più difficili da gestire, soprattutto a causa dei diversi pannelli di controllo relativi a Global Privacy Settings e Website Privacy Settings (ma qual è la differenza?).

I sostenitori dell'advertising mirato non si preoccupano per la violazione della privacy, dato che i cookie in effetti identificano un browser, non una persona. E poi, in fondo, gli utenti ci guadagnano, perché lasciando i loro dati in rete possono avere accesso a banner tarati direttamente sui loro interessi. E ci guadagnano anche alcuni siti, come quelli di informazione. Secondo questa teoria, i Google ads non apparirebbero in particolari notizie, come l'intenzione di alzare le tasse, dato che non ci sono prodotti da pubblicizzare relativi a questo contesto. Ma se l'utente che atterra su quella pagina è profilato come interessato alle auto, allora si visualizzeranno inserzioni del nuovo modello in uscita della propria marca preferita.

Esistono diversi programmi studiati apposta per facilitare la vita ai cookies. Il principale è AddThis, popolare sito di bookmarking (raccoglie oltre mezzo milione di utenti unici al mese) che permette di inviare link o preferiti via mail o di postarli sui propri account di social networking: utilizza Flash per inviare informazioni HTML ai browser e ricostituire i cookie cancellati dal computer, permettendo una navigazione più veloce (in barba alla vostra decisione di cancellare i dati sensibili).

Dall'altra parte della barricata, gli utenti che volessero proteggere a tutti i costi la loro privacy, potrebbero ricorrere a diversi Add-On di Firefox, come BetterPrivacy, NoScript o FlashBlock o scaricare CCleaner, programma freeware (gratuito) di ottimizzazione dei sistemi operativi e pulizia dei file inutili presenti sul pc, inclusi alcuni parametri presenti nel registro di configurazione."

venerdì 15 gennaio 2010

Nobel al WEB



Notizia Ansa apparsa sul web oggi pomeriggio:

Nicholas Negroponte: "Altro che Obama, il Nobel per la pace lo merita Internet". Internet può aspirare al prossimo Premio Nobel per la pace, non solo, la Rete avrebbe meritato il premio già da quest’anno al posto del presidente Usa Barack Obama. È questa l’opinione del padre del Media Lab del Mit, (Massachusetts Institute of Technology), Nicholas Negroponte. Guru della Rete delle reti, Negroponte è diventato uno dei primi promotori della candidatura al prestigioso riconoscimento svedese lanciata dall'edizione italiana di Wired, di cui il Premio Nobel Shirn per la Pace del 2003 Shirn Ebadi è prima firmataria.

Il Web meglio di Obama - Negroponte, che in questi giorni è a Roma per il Festival delle scienze, confessa di non sapere niente dei meccanismi con cui il Nobel per la Pace viene assegnato, ma è convinto che per Internet il premio stato sarebbe decisamente più giustificato rispetto all’onorificenza assegnata ad Obama. “È internet il vero promotore di pace – sostiene Negroponte - anzi, come dico da sempre è un’arma di istruzione di massa. E dunque anche arma di costruzione di massa e di educazione alla pace, perché ha più voce in assoluto sulla pace, tutti leggono Internet. Merita il Nobel molto di più del presidente Usa, di cui resto un convinto sostenitore ma che di pacifico non ha fatto nulla, anzi, pensiamo alla contraddizione di aver inviato nuove truppe in Afghanistan: dovevano giudicare dopo la sua presidenza, non prima”.

La candidatura - Proprio nei prossimi giorni, il direttore della rivista Wired, Riccardo Luna, andrà ad Oslo per formalizzare la richiesta: i nomi da presentare sono quelli di Larry Roberts, Vint Cerf e Tim Berners Lee, considerati i padri di Internet. Secondo Negroponte, se fosse assegnato al Web, il premio dovrebbe essere ritirato dagli "evangelisti" della rete: gli inventori di Arpanet, del World Wide Web, dell'Html e dal padre dell'intelligenza artificiale.

Un computer per ogni bambino - Negroponte crede tanto nell'educazione tramite la nuove tecnologie che tempo fa ha lanciato il progetto One Laptop per Child, un pc per ogni bambino: “Li abbiamo portati in 35 Paesi del mondo, tradotti in 19 lingue, lo hanno in mano un milione e mezzo di bambini nel mondo”. Peru e Rwuanda sono gli ultimi paesi raggiunti. “In Africa non ci sono elettricità né linee telefoniche, ma il nostro pc non ne ha bisogno, ognuno contiene cento libri: sapete che significa distribuire 10mila libri ad un villaggio africano? Dare delle possibilità”.

Nessun limite ad Internet - Il guru della comunicazione si dice poi contrario a qualsiasi limite alla Rete. In Italia si discute dell’ipotesi di imporre regole ad Internet ma Negroponte è categorico: “È una sciocchezza, sulla Rete non servono leggi o regole”. Secondo il professore del Mit basta il “self control: una specie di accordo non scritto che gli utenti di Internet devono adottare per autoregolamentarsi”. E gli abusi? “Purtroppo la parte oscura del Web esiste: è una cosa cui bisogna confrontarsi, che c'è e con cui è necessario convivere, come lo spam, ma è necessario puntare sulla qualità della libertà, non sulla sua eliminazione. Sarebbe come dare la colpa del terrorismo ai telefoni cellulari, l'abuso si combatte con l'educazione, non con i divieti”.

Informazione on line, addio al cartaceo - E per ciò che riguarda l’informazione? Quale futuro per i giornali? Per Nicholas Negroponte “l'informazione non dipende dalla carta e il giornalismo è una professione in crescita, i giornalisti sono dei blogger professionisti, il Web dà maggiori possibilità per inchieste e commenti. Sono anni che io non ho più carta nella mia vita: libri, giornali, lettere, bollette, sparita la carta dalla mia casa, e piano piano sparirà da tutte le case”. Ci guadagnerà anche l’ambiente.

martedì 12 gennaio 2010

EARTHCAM

Non ci volevo credere!!
Stamane sono andata ad un Convegno dal titolo "School Day:nuove tecnologie per la didattica". Era la presentazione delle LIM che verranno distribuite alle scuole italiane nel prossimo futuro (speriamo non aspettino troppo altrimenti saranno di certo già obsolete).
La cosa che mi ha incuriosito e che io, nella mia sterminata ignoranza, non conoscevo, è stato il riferimento ad un sito:
http://www.earthcam.com/usa/newyork/timessquare/?cam=lennon

Beh! Tornata a casa l'ho visionato ed è come.... stare alla finestra. Una cosa incredibile.
La cosa più sorprendente è che mia cognata in questi giorni è per lavoro a New York e, visto il fuso, mi sono detta. Se la chiamo possiamo vederci?
Ci siamo date appuntamento a Times Square da lì a poco e............l'ho vistaaaaaaaaaaa.
Questa si che è connessione: abbiamo comunicato al cellulare la ns. emozione!
Ma ci pensate, nello stesso istante, dall'altra parte del mondo, in diretta, in mezzo alla strada? E' inquietante quanto incredibilmente bello.
Provate anche voi se avete amici sparsi nel mondo!!!

lunedì 11 gennaio 2010


Giada scrive l'ennesimo post di rilevante interesse per me. E' proprio brava ad esprimere i suoi pensieri!!
Vi riporto un tratto che mi ha colpito: "Tutti pensano di saper comunicare e che l’unica difficoltà sia data dal saper gestire i diversi e sempre più numerosi strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione. Da quando studio Teorie della comunicazione mi sono resa conto che molto spesso diamo per scontata la nostra abilità nel capire gli altri e nel farci capire da loro. Comunicare è naturale, è vero, in qualsiasi forma lo si faccia, anche con il silenzio o la chiusura in noi stessi, ma comunicare non significa solo trasmettere dei contenuti, significa condividere, aprirsi l’uno all’altro in modo da creare comunione. Senza dubbio il connotato più alto di questa comunicazione “trasparente” è l‘empatia che si attiva nel dialogo come discorso comune che mette in relazione soggetti determinati con il proprio sé, la propria storia, la propria singolarità. E tutto questo va difeso ancora più strenuamente oggi, che siamo quasi sommersi dal rumore di fondo di una comunicazione vuota e superficilale, quando non è pericolosa e nociva. Oggi che le possibilità di confronto con gli altri e di crescita personale sono potenzialmente infinite, oggi che abbiamo veramente la possibilità di ampliare la nostra mente e di conoscere più di quanto avremmo mai immaginato di fare."

Commenterò nel blog di Giada le interessanti parole, ma vi allego una barzelletta che la dice lunga sulla comunicazione. Forse usiamo troppe parole sull'ascolto, ma nel ns. quotidiano?

giovedì 7 gennaio 2010

Ho trovato un bellissimo brano, riferibile al viaggio della conoscenza, che Maria Luisa Faccin, tutor IUL, ha inserito nel forum come buon auspicio per i neo iscritti.
E' vero, non finiremo mai di percorrere la strada della conoscenza.... è questa è la meraviglia della vita!!

Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono e, anche loro, possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si e' seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto non c'e' altro da vedere, sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si e' visto, vedere di nuovo quel che si e' gia' visto, vedere in primavera quel che si era visto in estate, vedere di giorno quel che si e' visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi gia' dati per ripeterli e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. (J. Saramago. Viaggio in Portogallo)

lunedì 4 gennaio 2010

OER

Stasera, io ed alcune colleghe, stavamo completando il LO (learning object) per un altro esame e non siamo riuscite a trovare una canzoncina che fino a pochi mesi fa era sul sito del British Council.
Il testo l’ho trovato, ma non trovo il brano. Ho anche fatto una ricerca mirata su Google, ma niente.
Vivendo ancora, come già vi ho detto, a JurassicWeb, io proprio non la trovo. Voi, con i vs. potenti mezzi, ci riuscite?

Chi la trova per prima vince un premio! SCHERZOOOO
Grazie per il vs. aiuto

The Solar System (to the tune of “This Old Man”)

Mercury, number one.
It is closest to the sun.
Chorus:
With a round, round, go around
Planets ’round the sun
Sing about them everyone.
Venus bright, number two.
Morning and evening “star” we view.
chorus
Planet Earth, number three.
We live on it, you and me.
chorus
Planet Mars, number four.
Named for a roman god of war.
chorus
Number five, Jupiter.
Colored clouds around it stir.
chorus
Number six, big Saturn.
Many rings around it turn.
chorus
Number seven, Uranus.
It looks blue and green to us.
chorus
Number eight, stormy Neptune.
Triton is its frozen moon.
chorus
Number nine, tiny Pluto.
Farthest from the sun, you know.
chorus

Diario di bordo



Ho creato il mio documento in Google con il diario delle attività svolte nel corso di Editing Multimediale con il Prof. Formiconi.
Ho sentito l'esigenza di aggiungere una colonna "commento all'attività" dov'è racchiuso il "Barbara-pensiero".
E' stato un "viaggio" unico nel suo genere ed ha lasciato parecchie tracce nel mio percorso di apprendimento!!!

http://spreadsheets.google.com/ccc?key=0Aqv3fsZuNrYedEdkQjZaUUdEa0RaWUdtMUFIWmc5ZGc&hl=en

sabato 2 gennaio 2010



Condivido molto le parole che Don Mazzi ha scritto in merito al furto dell'insegna "ARBEIT MACHT FREI" dal campo di concentramento nazista di Auschwitz e, in maniera assolutamente indegna e decontestualizzata dallo specifico avvenimento, ritengo possano essere utilizzate per rispondere ancora a Giada che forse utilizza termini impropri per rendere sensazionali episodi che io continuo a chiamare frutto dell'idiozia di singole persone o di gruppi di persone o che debbono essere riportati a luoghi comuni, stereotipi, pregiudizi e conformismi sociali

"Balordi
E' tempo di balordi! Quando crollano ideali, valori etici, qualità democratiche e carismi dei governanti, possono emergere solo i balordi. Nemmeno i terroristi veri si romperebbero più di tanto se dall'altra parte non vi fossero nemici qualificati da abbattere. Brutto segno!
Non lasciamoci scappare paroloni e non eleviamo a fatto degno di storia una imbecillata operata da mentecatti. Precisato questo, poiché il sangue non è acqua, uno sdegno controllato ha diritto di spazio.
I balordi saranno stati prezzolati? Può darsi. Anche lo fossero stati, solo il cattivo gusto di mandanti trogloditi lo giustificherebbe. Parlare, però, di sommovimenti ideologici mi pare eccessivo. Non trasformiamo le galline in aquile.
E' anche luogo comune che i furbi, brulicanti sempre attorno agli esecutori deficienti, ci ricamino sopra di tutto sui fatterelli (e più sono fatterelli e più i furbi fanno i furbastri). L’odio per gli ebrei non è ancora del tutto sedimentato, il ritorno ad un nazismo dinoccolato e da strapaese serpeggia. A qualcuno fa comodo manipolarlo e buttarlo sul mercato, non per eccesso di raffinatezze politologiche ma per esibizionismo mediatico.
Hyllard Eriksen dice: “Nella società della informazione bisogna essere assolutamente capaci di difendersi dal 99,99% delle informazioni che ci vengono offerte e di cui non abbiamo assolutamente bisogno”.
È ora di comprendere che una pallottola a salve attraverso l’informazione può diventare una bomba micidiale. Manovratori-giocolieri si specializzano nel prendere frammenti di rumore, plasmarli e impastarli fino a convertirli in messaggi dotati di esplosivo.
Lo asserisce Bauman e conclude, con mia meraviglia, dichiarando “che in larga misura sono processi casuali”. Sta qui, credo, l’aspetto più destabilizzante di questi micro episodi. Nascono disordinati e caratteriali, ma ricadono qualche minuto dopo, attraverso l’informazione affrettata e gonfiata, con un peso sproporzionatamente ingigantito.
Cinque balordi che qualcuno ha etichettato come professionisti, tagliano in tre pezzi uno dei simboli più sofferti della storia, certamente ignorando che nel contempo un delicatissimo passaggio sulla beatificazione di Papa Pacelli, avrebbe fatto diventare esplosivo un fatterello degno di un bullista di quartiere.
Si è scomodato mezzo mondo. Gli agenti polacchi hanno chiesto la cooperazione dell’Interpol e dell’Europol, presidiando aeroporti, confini e tutte quelle località sensibili al misfatto. Difficilmente mi lascio affascinare dai fatti che da qualche tempo creano dissesti esasperati.
Anche questa volta sono per banalizzare e dissacrare il triste episodio. Ne approfitterei invece per ritornare su pagine di storia con le nervature ancora scoperte perché elaborate da cattiverie inumane e da cervelli bestiali.
Fa bene, nel periodo di Natale, scoprire lo smisurato bisogno di mitezza che ognuno di noi custodisce nel cuore. La pace non può essere solo un risultato chirurgico ben riuscito o un arcobaleno spuntato sui cimiteri e sugli ospedali da campo.
La pace genuina sa rendere fratelli anche quelli che erano nemici e sa svergognare i portatori “sani” di odi tribali. Il presepio non deve fermarsi solo nel riscaldare l’angolo del salotto di casa e tanto meno esaurire i suoi sogni sotto il pino in piazza Duomo a Milano.
Sono maturi i tempi per credere che fra i popoli più difficili e tra le civiltà più irascibili la parola pace possa trovare un posto anche fuori dal vocabolario."