lunedì 11 gennaio 2010


Giada scrive l'ennesimo post di rilevante interesse per me. E' proprio brava ad esprimere i suoi pensieri!!
Vi riporto un tratto che mi ha colpito: "Tutti pensano di saper comunicare e che l’unica difficoltà sia data dal saper gestire i diversi e sempre più numerosi strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione. Da quando studio Teorie della comunicazione mi sono resa conto che molto spesso diamo per scontata la nostra abilità nel capire gli altri e nel farci capire da loro. Comunicare è naturale, è vero, in qualsiasi forma lo si faccia, anche con il silenzio o la chiusura in noi stessi, ma comunicare non significa solo trasmettere dei contenuti, significa condividere, aprirsi l’uno all’altro in modo da creare comunione. Senza dubbio il connotato più alto di questa comunicazione “trasparente” è l‘empatia che si attiva nel dialogo come discorso comune che mette in relazione soggetti determinati con il proprio sé, la propria storia, la propria singolarità. E tutto questo va difeso ancora più strenuamente oggi, che siamo quasi sommersi dal rumore di fondo di una comunicazione vuota e superficilale, quando non è pericolosa e nociva. Oggi che le possibilità di confronto con gli altri e di crescita personale sono potenzialmente infinite, oggi che abbiamo veramente la possibilità di ampliare la nostra mente e di conoscere più di quanto avremmo mai immaginato di fare."

Commenterò nel blog di Giada le interessanti parole, ma vi allego una barzelletta che la dice lunga sulla comunicazione. Forse usiamo troppe parole sull'ascolto, ma nel ns. quotidiano?

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